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STUDIO – L’Attenzione. Bambini poco concentrati e che hanno difficoltà nello svolgimento dei compiti? Ecco alcuni consigli utili da suggerire ai genitori…

L’ attenzione è un processo cognitivo che permette di selezionare alcuni stimoli ambientali, tra i molti disponibili in un determinato momento, e di ignorarne altri.

Si tratta di una competenza fondamentale sia per gli adulti sia per i bambini.

L’attenzione è costituita da diversi fattori che si intrecciano fra loro. Infatti, quando si ascolta ad esempio una persona parlare, è necessario allo stesso tempo:

1) scegliere le informazioni a cui prestare attenzione: selezione

2) sostenere l’attenzione per un lasso di tempo: durata

3) spostare l’attenzione continuamente verso altre informazioni non meno importanti: shifting

L’attenzione rappresenta, quindi, una facoltà fondamentale dalla quale non è possibile prescindere.

Senza di essa, ad esempio, non è possibile adeguarsi alla società di appartenenza, o semplicemente sostenere una conversazione.

Nel caso dei giovani essa è un requisito indispensabile per affrontare la scuola, sia nella sua forma didattica sia nella sua forma normativa.

Ma cosa succede quando viene meno l’attenzione nei più piccoli?

Spesso i bambini non riescono a concentrarsi a lungo sui compiti, che di conseguenza vengono considerati noiosi.

Tuttavia anche le attività piacevoli vengono compromesse quando l’attenzione scarseggia.

I bambini disattenti, infatti, sono alla continua ricerca di nuovi stimoli provenienti dall’ambiente che li circonda.

Vediamo di seguito quali possono essere, nel contesto domestico ed in quello scolastico, le manifestazioni di una scarsa attenzione.

A casa, i bambini che fanno fatica a stare attenti passano da un’attività all’altra senza portare a termine la precedente.

La durata stessa del gioco è molto breve.

Rischiano di essere compromessi anche i piccoli compiti casalinghi.

I bambini, a cui questi incarichi sono affidati, possono rischiare di dimenticare delle sequenze di attività o di non concludere il compito stesso (es. apparecchiare la tavola, preparare lo zaino per la scuola).

Nel contesto scolastico, i bambini con difficoltà di attenzione tendono a distrarsi, ad avere difficoltà nella concentrazione, perdendo di conseguenza il filo del discorso.

Può essere presente fatica nello stare seduti al banco per un tempo prolungato e a rispettare le regole di vita quotidiana a scuola.

Quali possono essere le conseguenze di ciò?

Il bambino potrebbe

  • tendere ad evitare tutte le attività che richiedono uno sforzo attentivo,
  • passare rapidamente da un’attività all’altra
  • e faticare nel rimanere concentrato sulle istruzioni che gli vengono fornite.

Naturalmente, tutto ciò potrebbe creare frustrazione e scoraggiamento nel nostro piccolo.

Come possono comportarsi, quindi, i genitori? Quali atteggiamenti sarebbe meglio evitare?

Vediamo uno schematico elenco:

Evitare di limitarsi a punire il bambino senza fornire spiegazioni o alternative:

si rischierebbe di non ottenere nessun risultato positivo.

L’effetto ottenuto, invece, sarebbe quello di aumentare la tensione

Porzionare il tempo dei compiti, intervallando questi ultimi con più pause intermedie

Non pretendere che il bambino stia seduto al tavolo per troppo tempo: stare seduti, infatti, è già di per sé un compito complesso da eseguire

Fornire ai bambini una memoria di lavoro esterna, per permettere loro di fare più cose contemporaneamente.

Con questo termine si vuole indicare un supporto concreto che funga da “memoria”

e che alleggerisca, quindi, il carico di elementi che il bambino deve tenere a mente contemporaneamente.

Alcuni esempi potrebbero essere:

    • chiedere ai bambini di scrivere su un biglietto le idee che gli vengono in mente a mano a mano che esegue un compito;
    • creare un cartellone relativo al procedimento necessario per preparare lo zaino per la scuola o altre procedure.

ARTICOLO ORIGINALE: https://www.liscianiscuola.it/club-degli-insegnanti/come-stimolare-la-concentrazione-dei-bambini/

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