Si tratta di dati rappresentativi del grande cambiamento digitale in atto, che coinvolge in maniera importante anche i piccolissimi.
Questi numeri emergono da un rapporto americano realizzato e pubblicato da Common Sense Media, un’organizzazione no-profit che fornisce supporto ai bambini e ai genitori per un corretto uso delle tecnologie digitali.

L’organizzazione mette in luce che il tempo giornaliero trascorso dai più piccoli davanti ai dispositivi mobili è quasi triplicato dal 2013 ad oggi e questo dato riapre il dibattito sulla questione.

Come cambia l’uso. 

L’indagine ha preso in considerazione 1.400 famiglie americane, dal reddito economico variabile, da basso a elevato, con figli sotto gli otto anni.
Ai genitori è stato proposto un questionario sulle abitudini dell’uso delle tecnologie dei media.
In base ai risultati, emerge che già da alcuni anni il computer e i dispositivi mobili fanno parte della quotidianità dei bambini,
ma quello che sta cambiando rapidamente è il modo in cui questi strumenti vengono utilizzati.
Dal 2011 ad oggi diminuisce il tempo trascorso dai bimbi davanti alla tv e ai dvd, mentre cresce significativamente l’uso di smartphone e tablet:
  • in media i bambini dai 5 agli 8 anni passano davanti agli schermi circa 3 ore al giorno,
  • dai 2 ai 4 anni circa due ore e mezza
  • e da 0 a due anni circa 40 minuti.
  • E i più affezionati a tablet e televisione sono i figli di persone che hanno un reddito basso, che usano questi strumenti per circa tre ore e mezza al giorno.
Gli autori del Rapporto si sono chiesti cosa ne pensassero le famiglie.
Due terzi dei genitori intervistati ritenevano che il tempo davanti agli schermi fosse adeguato e che questi strumenti possano potenziare l’apprendimento dei loro figli.
Tuttavia, la maggioranza dei genitori si è comunque dichiarata preoccupata per il futuro rispetto al rischio di un utilizzo eccessivo, nonché della presenza di contenuti violenti o a sfondo sessuale,

una preoccupazione molto marcata soprattutto per i genitori di origini latino-americane.

Come usarli. 

Per gestire al meglio queste preoccupazioni, quello che conta è garantire ai propri figli un’interazione equilibrata con questi dispositivi.
Infatti, un uso costante di tablet e smartphone, anche così abbondante, non è di per sé dannoso, come ha spiegato Davide Crepaldi,
professore associato in Neuroscienze cognitive alla Scuola internazionale di studi superiori (Sissa) di Trieste.
“L’importante – ha illustrato l’esperto – è che questi nuovi strumenti di apprendimento non sostituiscano quelli più tradizionali:
  • il punto cruciale, infatti, è che i bambini hanno bisogno di ricevere stimolazioni diverse, ricevendo una stessa informazione da più canali, inclusi quelli digitali, così l’apprendimento si arricchisce”.
Per usare un esempio semplice, chiarisce l’esperto, si impara meglio il concetto di cane vedendo molti cani diversi, invece che osservando lo stesso cane molte volte.
“Oltre
  • al gioco all’aria aperta,
  • agli incontri con coetanei e adulti
  • e a nuove esperienze
– ha aggiunto Crepaldi – anche l’utilizzo equilibrato e sotto la supervisione dei genitori di dispositivi elettronici potrebbe essere addirittura positivo per lo sviluppo mentale e linguistico del bambino”.
  • Un esempio? Vedere cartoni animati in inglese favorisce l’apprendimento precoce della nuova lingua,
prosegue il ricercatore, mentre
  • proporre videogiochi e contenuti visivi molto dinamici aiuta a migliorare le capacità visuo-spaziali e a elaborare l’informazione visiva più velocemente.

“Alcuni recenti studi – conclude Crepaldi – hanno addirittura dimostrato che questo potrebbe aiutare molto i bambini affetti da dislessia”.

Sonno. 

Ma questo uso non deve riguardare il tempo immediatamente precedente il riposo notturno e i dispositivi devono essere spenti almeno un’ora prima di andare a letto, secondo le linee guida internazionali.
Al contrario il 49% dei bambini americani – ma ragionevolmente le percentuali potrebbero essere simili anche in Italia – guarda la televisione o gioca ai videogiochi anche nell’ora prima di andare a letto.
A risentirne, come illustra uno studio pubblicato su Pediatrics, potrebbe essere la qualità del sonno, con possibili risvegli notturni, e anche il ritmo circadiano del bambino.
La vista, infatti, è ancora in fase di sviluppo e l’esposizione alla luce blu degli schermi potrebbe avere alcuni effetti sulla melatonina, un ormone del nostro organismo importante per il sonno, a sua volta collegato al ritmo circadiano.
E non è tutto: in circa un caso su tre nella cameretta dei bambini
  • la tv o altri schermi rimangono accesi a volte anche durante la notte, un’abitudine sconsigliata dagli esperti a livello internazionale.

Insomma, come sempre nelle situazioni di cambiamento che possono essere positive – in questo caso si parla dell’apertura del mondo digitale anche ai più piccoli e delle sue opportunità

– l’importante è non eccedere e seguire le regole, facendo sì che queste proposte si vadano ad aggiungere e non sostituiscano l’apprendimento più tradizionale e la normale gestione delle abitudini quotidiane.


ARTICOLO ORIGINALE: https://www.repubblica.it/salute/2017/11/10/news/allarme_bambini_due_ore_smartphone_tablet-180480372/?refresh_ce